13/4/2015 – Sagome disegnate in terra per ricordare un senzatetto deceduto nei giorni scorsi. E’ l’iniziativa portata avanti dai giovani volontari dell’associazione “Alternativa onlus”. Scenario le strade del Lido. “In questi giorni – spiegano – troverete in tre zone di Ostia un ricordo particolare che i volontari del progetto “Aiuto ai senza dimora ” hanno deciso di lasciare in onore di Bruno. Erano luoghi in cui dormiva, passava le giornate, in cui é stato visto moribondo. Ora sono luoghi dove poter leggere, poter riflettere, lasciare un fiore. Ora, incredibilmente, sono posti che “meritano” uno sguardo, rendendo evidente quanto una sagoma disegnata e un cartello attirino più attenzione di una persona in fin di vita”.
“Bruno – proseguono dall’associazione – viveva e dormiva in strada da tempo e aveva perso, come tanti homeless, il contatto con la realtà, con le persone, con i sentimenti, con il mondo intorno a lui. Vivere per strada significa solitudine, abbandono, sofferenza e indifferenza: sia quella degli altri per le persone senza dimora, sia l’indifferenza che sviluppa il senza dimora nei confronti della sua stessa vita. Che valore ha la tua vita se nessuno ti conosce, se nessuno ti parla, se nessuno ti guarda. Se nessuno ti vede, esisti? Bruno era un invisibile. Senza amici o parenti, senza reti sociali a tutelarlo. Noi con lui avevamo iniziato un percorso, piccoli passi per farlo rientrare nel mondo reale giorno per giorno. Andare a trovarlo il più possibile, parlargli, chiedergli della sua vita, della sua storia. Ci sembrava fortissimo per tutte le volte che affrontava notti gelide o alluvioni all’addiaccio, con poco cibo e molto alcool, ci sembrava fosse inarrestabile, per tutte le volte che lo vedevamo in piedi, sorridente e con la voglia di chiacchierare. Invece poi il ricovero e la realtà dei fatti.. un mese in ospedale,le nostre visite ogni giorno, la speranza data da piccoli miglioramenti, da una sua parola o sorriso in più per poi diventare in un attimo tutto “questione di ore”. Ora Bruno è morto e ha vissuto i suoi ultimi giorni in ospedale, nel calore di un letto, di pasti regolari e di persone, volontari dell’associazione e personale medico, che si prendevano cura di lui. Noi non siamo mai riusciti a sapere perché fosse finito in strada, se ci fossero, da qualche parte del mondo, persone che lo cercavano e ora che Bruno se n’è andato noi, al momento, non abbiamo nessun familiare da contattare. Siamo contenti di essere stati con lui il più possibile, di aver riso, condiviso momenti e restituitogli un po’ dell’affetto e della normalità che gli è mancata per troppo tempo. Abbiamo provato a farci, per un poco, la sua famiglia. Lo ricorderemo sempre sorridente,con la nostra chitarra in mano mentre tenta di suonare strana musica…o con i suoi occhiali verdi senza lenti, trovati in chissà quale angolo di strada”.