22/4/2015 – “Nonostante il parziale riconoscimento ottenuto in sede di approvazione di bilancio, dobbiamo ancora una volta constatare che Roma Capitale continua a non considerare i nidi e gli spazi Be.Bi. convenzionati come una risorsa“. A parlare è l’Associazione “Onda Gialla”. “Attraverso una circolare del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici abbiamo appreso con sconforto che non solo non sono state riviste le disposizioni introdotte dalla Giunta Alemanno con la deliberazione n. 244/2013, ma vengono addirittura inseriti degli elementi peggiorativi in merito all’erogazione del servizio nido per il mese di luglio 2015. Per quanto direttamente ci riguarda, riteniamo sia inconcepibile dover acquisire dalle famiglie le iscrizioni e le relative quote entro il 27 aprile, dal momento in cui i Municipi sono tenuti a trasmettere la graduatoria dei bambini ammessi soltanto a giugno. I gestori delle strutture convenzionate hanno il diritto di conoscere in anticipo (non più tardi della prima metà maggio) il numero degli utenti da ospitare, così da organizzare per tempo le proprie attività anche rispetto al personale effettivamente impiegato; senza correre il rischio di ritrovarsi con le strutture semivuote e tutte le spese vive da affrontare. C’è poi da considerare lo sforzo richiesto alle famiglie, che improvvisamente si vedono costrette ad anticipare il pagamento della quota d’iscrizione per il mese di luglio. Chiediamo con forza che si rivedano urgentemente modalità e tempi del provvedimento. Il presidio di “Onda Gialla” avviato il 12 marzo presso il Dipartimento Servizi Educativi di via Capitan Bavastro prosegue ad oltranza: intendiamo ottenere un nuovo contratto di convenzionamento più equo, che tenga conto anche delle reali esigenze dei servizi in convenzione; pretendiamo di conoscere al più presto il risultato del lavoro della Commissione per la Certificazione dei costi dei nidi convenzionati istituita a novembre; sollecitiamo soluzioni concrete di contrasto all’abusivismo nei servizi rivolti ai bambini da 0 a 3 anni. Da mesi attendiamo risposte dai nostri amministratori. E per ottenerle intendiamo fare tutto ciò che è in nostro potere”.