16/12/2014 – Una storia che ha dell’incredibile quella avvenuta ieri mattina ad Acilia in via Alberto Galli. Senza alcun avviso una coppia con i due figli di tre e due anni si sono visti intimare dai carabinieri l’ordine di abbandonare l’abitazione dove vivono da quasi tre anni. “Ho occupato questo appartamento circa tre anni fa – spiega la signora Lorena – era completamente abbandonato e addirittura c’erano dei nidi di piccione all’interno, i precedenti assegnatari erano deceduti e l’appartamento era vuoto. Non appena entrata ho immediatamente presentato l’autodenuncia all’Ater spiegando tutta la mia situazione di ragazza madre visto che non sono sposata, e da quel giorno ho iniziato a pagare sia le bollette che l’affitto che arrivano entrambi a mio nome. Inoltre recentemente nel corso del censimento degli occupanti delle abitazioni Ater sono stata censita e quindi è stato avviato il procedimento per la mia messa in regola. Per l’Ater quindi – sottolinea – sono perfettamente in regola tant’è che da solo non ho mai ricevuto alcuna comunicazione che avrei dovuto lasciare l’appartamento. Questa mattina però poco dopo le 8,30 mi sono ritrovata con i carabinieri alla porta che mi hanno intimato di lasciare casa, senza darci alcuna alternativa”. Un vero e proprio schieramento di forze quello in strada attendeva la donna: due camionette dei carabinieri in tenuta antisommossa arrivate direttamente da Napoli, gazzelle dell’Arma e numerosi militari della stazione di Acilia. “Il motivo dell’intervento di oggi – spiega l’avvocato Federico Iavarone, legale della signora Lorena – è che sul locale pende un’ordinanza di sequestro per un altro procedimento in corso, non si tratta quindi di uno sfratto. Abbiamo contattato il magistrato che si occupa del caso e abbiamo ottenuto di rimandare il sequestro dell’appartamento di 15 giorni. Nel frattempo lavoreremo per trovare una nuova sistemazione per la mia assistita e la sua famiglia o in alternativa cercheremo di convincere il giudice, anche in considerazione della posizione regolare della signora, di consentire che possano continuare a vivere in questa abitazione”.