19/11/2014 – Oltre 40 finanzieri del Comando Provinciale di Roma insieme a decine di colleghi di altre 10 province, hanno eseguito, nel Lazio, in Toscana, in Veneto, in Emilia Romagna e Campania decine di sequestri di conti correnti, quote societarie e beni immobili per un controvalore quantificato in oltre 22 milioni di euro a un’organizzazione criminale. Basata su una rigida suddivisione dei ruoli, la “banda” aveva al suo vertice quattro persone di origine campana, amministratori di aziende di rilevanti dimensioni con appalti su tutto il territorio nazionale per la fornitura di mano d’opera (facchini, operai, call center, ecc.), arrivati a gestire più di 2.000 dipendenti. Lo schema fraudolento era quello di creare – avvalendosi di teste di legno – cooperative o s.r.l. con una “vita media” di tre o quattro anni, fatturando regolarmente gli elevati ricavi ma “dimenticandosi” di versare qualsiasi tipo di imposta (iva, ires, irap, ritenute d’acconto, contributi inps e oneri sociali), frodando così, non solo il Fisco per 45 milioni di euro ma anche migliaia di lavoratori. Alla milionaria evasione fiscale, perpetrata anche attraverso società con sede in Gran Bretagna, si affianca, infatti, lo spregiudicato “saccheggio” di contributi previdenziali operati e non versati, per un totale di 4 milioni di euro, successivamente illecitamente investiti nell’acquisto di 41 terreni, yacht, auto di lusso ed immobili di pregio – sparsi tra la Toscana, l’Emilia Romagna, la Campania e il Veneto – intestati a prestanome ma, di fatto, pagati mediante assegni circolari emessi dalle società coinvolte nel sistema fraudolento. Il sistema illecito e decisamente redditizio era in grado di sbaragliare la concorrenza grazie a prezzi altamente competitivi ponendo, così, l’organizzazione in posizione di vantaggio, potendo praticare tariffe nettamente inferiori alla media di settore. Gli elementi raccolti dai militari della Compagnia di Fiumicino in oltre due anni di indagini – coordinate dal Procuratore della Repubblica di Civitavecchia, dott. Gianfranco Amendola e dal Sostituto Procuratore, dott. Lorenzo del Giudice – hanno consentito al Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Civitavecchia, di emettere un provvedimento di sequestro preventivo, nella forma “per equivalente”, di beni mobili, conti correnti, 41 immobili e terreni per un valore complessivo di oltre 22 milioni di euro. I capi e i partecipi al sodalizio criminale dovranno rispondere dei reati frode fiscale, riciclaggio, appropriazione indebita, distruzione delle scritture contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Con i milioni di euro di beni sotto sequestro, quanto meno i conti con l’amministrazione fiscale potranno essere parzialmente saldati.