PAROLA AL LETTORE – No all’esclusione dei docenti Infanzia dal piano assunzionale “La Buona Scuola”


14/9/2015 – Nelle Nuove Indicazioni 2012 si legge che: “l’itinerario scolastico dai tre ai quattordici anni, pur abbracciando tre tipologie di scuola caratterizzate ciascuna da una specifica identità educativa e professionale, è progressivo e continuo. […] Negli anni dell’infanzia la scuola accoglie, promuove e arricchisce l’esperienza vissuta dei bambini in una prospettiva evolutiva, le attività educative offrono occasioni di crescita all’interno di un contesto educativo orientato al benessere, alle domande di senso e al graduale sviluppo di competenze riferibili alle diverse età dai tre ai sei anni”.
Possiamo dedurne, pertanto, che la scuola dell’infanzia debba essere inclusiva, attenta ai bisogni dei bambini e alla loro crescita. Supponendo che la L. 107/2015 che contiene il piano straordinario di assunzione sia stata emanata, nelle intenzioni del Governo, per essere in linea con le Nuove Indicazioni 2012, chiediamo come sia stato possibile lasciare gli insegnanti della scuola dell’infanzia fuori dalla porta, legando la loro assunzione ad un progetto ancora solo sulla carta, il cosiddetto “Sistema integrato di educazione e di Istruzione dalla nascita fino a 6 anni”?
Questa differenza di trattamento si ravvisa non solo da parte del Governo, ma anche da parte di tutti gli organi di informazione siano essi locali o nazionali. Durante gli ultimi due mesi, si è invece discusso, a torto o a ragione, della fase B del piano straordinario di assunzione, venuta alla ribalta perché trasformava le graduatorie regionali in un’unica nazionale, portando gli insegnanti lontani dalla loro terra, dai loro affetti e creando una forte destabilizzazione. Ma di quei docenti dell’infanzia “dimenticati”, che hanno solo sognato di fare una valigia, perché nessuno ne parla? Perché non ottengono la stessa attenzione?
È calato un silenzio “assordante” su quei 15.000 docenti che, illudendosi di rientrare in un piano straordinario di assunzione tanto sponsorizzato e creato ad hoc, hanno prodotto domanda di partecipazione alla fase B. Noi docenti di scuola dell’infanzia abbiamo trascorso l’intera estate, appena passata, con la cartina dell’Italia sulla scrivania, abbiamo studiato percorsi alternativi, pianificato spostamenti provvisori, viaggi più convenienti. Ogni giorno, mentre le tabelle pubblicate dai vari USR da ufficiose diventavano ufficiali, ci si rendeva conto che i posti reali da assegnare erano pari a ZERO e tali sono rimasti in via definitiva. Una mail arrivata a tutti il 2 di settembre, come anche alla sottoscritta, alle ore 1:45, che rimandava tali insegnanti “dimenticati” ad una IMMAGINARIA fase C, ha infranto le ultime speranze di chi in questo piano straordinario di assunzione ci ha creduto fin dall’inizio.
La beffa è avvenuta il mattino seguente allorquando amici e parenti si sono congratulati con tutti noi per il ruolo finalmente ottenuto. Come spiegare loro che le informazioni acquisite dai principali media italiani non corrispondevano alla realtà? Per i docenti della scuola dell’infanzia, di fatto, non era previsto alcun piano straordinario di assunzione.
I giornalisti, da sempre considerati i “cronisti della realtà” nonché “fotografi di ciò che ci circonda”, ci hanno dimenticati? Siamo trasparenti, irreali, o cos’altro?
Nonostante noi del Movimento Nazionale Docenti Scuola dell’Infanzia continuiamo incessantemente ad inviare comunicati, lettere e richieste di attenzione, perché i giornali, le televisioni, i media tutti continuano ad ignorare la nostra categoria?
Noi che ci prendiamo cura dei piccoli cittadini del mondo, noi che insegniamo loro la solidarietà, il rispetto per l’altro da sé, proprio NOI veniamo estromessi dalla “Buona Scuola”?
Possibile che non si possa dar voce a 27.000 docenti? Non si possano creare le condizioni affinché anche noi docenti dell’infanzia possiamo rientrare nel piano straordinario di assunzione?
Oggi il Governo parla di bandire un nuovo concorso, ma noi che la “Buona Scuola” l’abbiamo solo sognata, cosa dobbiamo fare?
Ammesso che per noi docenti dell’infanzia non possa esserci un potenziamento perché “rimandati” al progetto “0-6” (ancora tutto da realizzare), come si può pensare di indire un concorso per la nostra categoria, quando le graduatorie (GAE e GM 2012) sono ancora sature di candidati? In tal modo non si aumenterebbe ancor di più il precariato? Non ci sarebbe un superfluo aggravio di spesa da parte dello Stato e quindi a carico di tutti i cittadini? Se dalla fase B non è avanzato alcun posto e non è prevista la fase C, quali posti mettere a concorso? E se nelle intenzioni del Governo c’è l’idea di creare nuove immissioni in ruolo, perché non attingere dalle graduatorie vigenti che contengono docenti specializzati, meritevoli e preparati?
Vogliamo risposte esaustive e chiare dal Governo.
Noi siamo qui, fiduciosi, ad attenderle.

Movimento Nazionale Docenti Scuola dell’Infanzia


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