Roma si trasforma e si rigenera. Un piano capitolino per le periferie e c’è anche il Municipio X


1/10/2024 – Ripartire, trasformare, semplificare, ricucire. Sono queste, in sintesi, le intenzioni e gli auspici che l’Amministrazione capitolina mette in campo con il “Piano per le Opere pubbliche dei programmi urbanistici nelle periferie

Presentato ieri dal sindaco Gualtieri e dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, il Piano prevede una spesa complessiva di 100 milioni di euro (come dotazione iniziale) per sostenere una serie di interventi nei programmi urbanistici dei territori più periferici di Roma.

In buona sostanza con questo progetto si intende mettere ordine ad una serie di situazioni che nel corso degli ultimi decenni hanno portato alla nascita di quartieri abusivi per non parlare poi della questione toponimi.

Insomma, parola d’ordine: sanare le numerose ferite aperte nelle periferie della Capitale e rigenerarle.

“Oggi – ha affermato Gualtieri – parte un programma senza precedenti di interventi nelle periferie per tanti quartieri che sono privi di opere primarie, che non hanno illuminazione e fogne o non sono collegati adeguatamente, perché dal punto di vista urbanistico molti processi erano bloccati da anni; questo piano da 100 milioni che ci consentirà di intervenire in tantissimi territori: dai piani di zona ai programmi di recupero urbano, fino alle zone O e ai toponimi. Si tratta di numerosi interventi studiati con i cittadini, perché a Roma non ci possono essere quartieri di serie A e serie B e nelle periferie bisogna recuperare il tempo perduto“.

Interventi a tappeto ed il Municipio X ha la sua importante parte in questo progetto.

Le zone interessate sono quelle di Dragona, Madonnetta, Macchia Palocco, Saponara e Infernetto. Gli interventi riguardano in particolare la rete fognaria ma c’è grande attenzione per la cultura e per l’aggregazione.

Mettere mano alla rete fognaria vuol dire anche mettere in sicurezza intere aree a rischio inondazioni.

La destinazione dei fondi provenienti dalle periferie torna alle periferie stesse: il finanziamento di queste opere, infatti, deriva per la maggior parte da oneri concessori e finanziari generati da interventi attuati nelle periferie.

Roma Capitale torna a realizzare direttamente le opere pubbliche di urbanizzazione superando il regime di esclusivo affidamento ai privati.

Ed ancora, recupero di fondi statali dormienti, come ad esempio quelli ex Gescal, destinati dall’inizio degli anni duemila alla Capitale e mai spesi finora.

La realizzazione delle opere avverrà attraverso due distinte modalità: nel caso delle opere relative alle Zone O e ai Toponimi saranno progettate e attuate direttamente dalla società in house Risorse per Roma; per le opere di urbanizzazione previste nei Piani di Zona e nei Piani di Recupero urbano, sia la progettazione esecutiva e sia la realizzazione avverrà attraverso lo strumento dell’Accordo Quadro.

Sarà possibile, inoltre, incrementare nel tempo la dotazione finanziaria e, di conseguenza, la quantità delle opere del Piano attraverso ulteriori versamenti ACRU, ulteriori fondi derivanti da affrancazioni e trasformazioni e oneri concessori versati dagli operatori privati contestualmente al ritiro del pdc e dall’escussione delle polizze fidejussorie per inadempimenti.


LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here