Rapporto Mafie nel Lazio, si parla anche del “Caso Ostia”


8/7/2016 – Si è parlato anche del “caso Ostia” nel corso della presentazione del rapporto annuale Mafie nel Lazio avvenuto giovedì alla Casa del Jazz. Un’analisi, quella realizzata dalla Commissione regionale speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel Lazio che analizza le vicende del Litorale Romano partendo dal 1980 quando si legge «una sentenza della Corte d’Assise di Roma sulla banda della Magliana che ha rilevato, a partire perlomeno dal 1980, l’operatività in quest’area di una associazione a delinquere finalizzata al compimento di numerosi reati, anche connessi al traffico e allo spaccio di droga». I collegamenti della Banda della Magliana che si sviluppano nel corso degli anni unendoli con i Triassi prima e quindi con i Fasciani per i quali nel 2014 la prima sentenza emessa dal Gup di Roma Alessandra Tudino, ha riconosciuto il carattere mafioso. Non vengono trascurati neanche gli Spada che vista la loro «significativa disponibilità nel commettere reati cosiddetti “di manovalanza” hanno spinto Carmine Fasciani – secondo quanto emerso nei processi – ad “inglobare” la famiglia nella sua organizzazione criminale». Quindi il documento affronta anche le operazioni delle forze dell’ordine che in particolare negli ultimi anni tolgono il velo sugli stretti rapporti tra criminalità e mondo politico. “La Commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel Lazio, svolge un ruolo chiave nel portare avanti quell’azione di contrasto e quel cambiamento culturale che sono i due pilastri dell’antimafia – spiega il consigliere regionale di Si – Sel e vice presidente della Commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel Lazio, Marta Bonafoni – Il nostro lavoro, deve rappresentare un segnale istituzionale forte per tutti cittadini, affinché l’ascolto e il lavoro portato avanti in questa sede istituzionale, con le audizioni delle associazioni antimafia e delle Prefetture, esca dalle stanze del Consiglio e si traduca in azioni concrete sui territori. Sto parlando di Ostia, Fondi e Nettuno e di tutte quelle terre di mezzo dove, ad esempio, la trasferta della Commissione speciale antimafia può fare la differenza. Nel Lazio – conclude – la criminalità organizzata esiste e per noi amministratori affrontare oggi la sfida alla legalità significa costruire domani un Lazio senza mafie”.


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