18/12/2024 – A che serve prendere applausi sul palco e magari fischi nella vita reale?
Nel fare teatro, nel rappresentare storie, vissuti scritti, uomini e donne recitati, spesso prestiamo più attenzione ai personaggi meno alle persone.
Ci abituiamo ai ruoli ma non attingiamo a pieno all’umanità che li anima. Eppure è lì che si gioca la vera partita, soprattutto in questi anni tribolati post pandemia, iper virtualizzanti, di conflitto esistenziale culturale globale.
Per questo il regista Vittorio Toraldo, nel percorso di attivazione del suo laboratorio teatrale (ciurma) presso il centro La Nuvola, viale dei Promontori 320 Ostia, ci tiene a rispondere a quelle domande che ne svelano il cuore, per essere da subito più vicino a chi incontra perché le maschere divertono e fanno riflettere, ma vanno tolte quando ci si vuole fare prossimi.
- Vittorio, come è avvenuto il tuo incontro con il palcoscenico e il teatro?
Tutto non è stato così casuale, anzi; ho avuto in famiglia una tradizione teatrale e già a 17 anni quindi, in un clima familiare ci tengo a dirlo, ho varcato le quinte del palcoscenico per portare in scena gli spettacoli di Eduardo De Filippo.
- cosa ti ha donato l esperienza teatrale e cosa può donare a chi la vive?
si portano in scena spaccati di vita reale, magari legate al passato; rivivere attraverso questa “arte” è un dono dell’anima e all’anima. Ti fa rivedere le esperienze in profondità.
- cosa ha cambiato in positivo nella tua vita il teatro?
il modo di approcciarmi e relazionarmi con gli altri, con il prossimo; avere un rapporto giornaliero più ‘semplice’ e apprendere gli aspetti di ciascuno positivi, capire i loro difetti e valorizzare i pregi.
- hai visto cambiare qualcuno con il teatro e se si puoi raccontare brevemente?
ho visto cambiare persone nel loro profondo, nel loro dna caratteriale; un atteggiamento più leggero, saper accettare chi ti vive accanto nella quotidianità con i limiti che ha.
- la tragedia del covid con le sue implicazioni psicosociali quae potenzialità può attivare per reazione positiva?
il covid ci ha chiusi psicologicamente; approcciarsi al teatro è staccare dallo stress, dai conflitti lavorativi, dalla routine. Ci fa bene.
- lo stress familiare, i conflitti lavorativi, gli eventi drammatici della vita quotidiana possono incontrare nel teatro un ambito di aiuto?
il teatro completa la vita; dal palcoscenico e con le persone vere e reali si riempie quel vuoto, quelle esplosioni che fanno deserto nelle nostre vite di tutti i giorni.
- la società multimediale, virtuale, il mondo dell’intelligenza artificiale possono trovare nel teatro un mezzo complementare per non perdere il valore primario della socializzazione prettamente umana recuperando le relazioni reali?
la straordinaria intelligenza artificiale, il mondo virtuale non ci soddisferanno mai a pieno, perché siamo di carne ed ossa; abbiamo bisogno di sperimentare il nostro corpo.
- consiglieresti a te genitore di far fare teatro ai tuoi figli? e se si con quali parole?
ovviamente consiglierei anzitutto ai genitori di fare teatro perché è stimolo oltre che arte e cultura. E consigliei anzitutto ai miei figli, da genitore, di fare teatro.
Con questo pensiero il regista Vittorio Toraldo vi aspetta per intraprendere questa avventura insieme. Contattalo personalmente al numero che leggerai nella locandina qui sopra e segui pure la sua breve intervista anche su Canale 10.
Sdt