at risk”) si potrebbero riempire 28mila piscine olimpioniche. Un problema che ci riguarda da vicino, visto il record tutto italiano di consumo di acqua in bottiglia: in Italia si utilizzano ogni anno 8 miliardi di bottiglie di plastica, il 17% di quelle consumate in tutta Europa. Contenitori che se non smaltiti correttamente, possono perdurare nell’ambiente almeno 450 anni e senza scomparire mai del tutto. Anzi, il rischio è che si frammentino in miliardi di microplastiche che possono facilmente raggiungere il mare e altrettanto agevolmente contaminare la catena alimentare. In media si consumano anche 230 stoviglie di plastica (tra piatti, bicchieri, posate) per abitante l’anno. Nel 2016 l’industria italiana del monouso in plastica ha prodotto circa 18 miliardi di pezzi di cui l’80% destinato al mercato nazionale. A questi numeri, sempre secondo i dati del rapporto di “Seas at risk”, vanno aggiunti anche il “consumo” di circa 16 miliardi di bicchieri per caffè all’anno in Europa; 2 miliardi e mezzo di imballaggi “take away” e 36 miliardi di cannucce, per citare altri oggetti potenzialmente inquinanti.“Dopo aver lanciato la buona pratica del recupero di plastica da parte dei pescatori del
Lazio, oggi raccontiamo la liberazione dalla plastica da parte del chiosco Mediterranea, sede del circolo di Legambiente e luogo di centinaia di attività della nostra associazione – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Vogliamo che questa iniziativa si diffonda a tutto il resto della costa e spingeremo perché diventi una realtà diffusa in modo virale tra gli operatori balneari del litorale del Lazio”.
“Oggi compiamo l’ultimo passo dopo aver avviato questa liberazione dalla plastica da tempo, sostituita da prodotti biodegradabili ed ecosostenibili – racconta Claudio Presutti del chiosco Mediterranea – per ultimo sono sparite le cannucce che d’ora in poi verranno distribuite solo in materiale biodegradabile”.
Nasce oggi “Usa e getta? No, grazie”, la nuova campagna di informazione e sensibilizzazione lanciata da Legambiente per la prevenzione e la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta, per stimolare il cambiamento spontaneodi abitudini dei cittadini e un intervento più deciso dei governi arginare unproblema di portata globale come ilmarine litter. Parliamo, infatti, di oggetti pensati, creati e messiin distribuzione per essere utilizzati soltanto una volta per poi finire nellaspazzatura. O, come succede sempre più spesso, sulle nostre spiagge o nei maria causa di sistemi di depurazione non funzionanti, di cattiva gestione a montedei rifiuti da parte dei comuni e peggio ancora per l’abbandono consapevole. Solo dall’inizio dell’anno a oggi, ivolontari di Legambiente hanno pulito almeno 500 spiagge italiane rimuovendocirca 180mila tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila trapiatti, bicchieri, posate e cannucce diplastica.
Per lanciare la campagna “Usa e getta? No, grazie” Legambiente ha promosso un “trash mob” sulla spiaggia del Mediterranea di Ostia, un’esperienza di chiosco “plastic free” nella spiaggia di Capocotta, in occasione del passaggio della Goletta Verde, la storica imbarcazione ambientalista che naviga ogni estate per combattere i “nemici del mare”. Tra lo stupore dei bagnanti sono comparsi in spiaggia un enorme piatto, posate, una bottiglia e una mega cannuccia. L’intera campagna punta, infatti, a far riflettere sul concetto di esagerato.
“Usiamo l’usa e getta per pochi minuti ma le sue micro plastiche possono inquinare per sempre – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. Nessuno utilizzerebbe oggetti “esagerati” rispetto alla funzione di cui ha bisogno: il David di Michelangelo come “nano da giardino”, un’autobotte per innaffiare i fiori o un elefante come cucciolotto da compagnia (i tre oggetti scelti per la campagna creativa dell’associazione, ndr). Eppure è proprio quello che accade con piatti, posate, bottiglie monouso. Prodotti usati pochissimo ma che hanno un elevatissimo costo per l’ambiente, una sproporzione difficilmente percepibile nella vita di tutti i giorni”.
Il 15% dei rifiuti spiaggiati è costituito da bottiglie per bevande e tappi (2 ogni metro). Si tratta del secondo rifiuto più trovato sulle spiagge italiane, dopo i pezzi di plastica. Piatti, posate, bicchieri e cannucce di plastica sono al settimo posto in questa classifica. Delle sole stoviglie, ben il 61% è costituito dai soli bicchieri di plastica. Per quanto riguarda le buste di plastica, questi rifiuti insieme ai teli sono, invece, in cima alla classifica dei rifiuti galleggianti più censiti da Goletta Verde (il16%).
Scopri di più sulla campagna “Usa e Getta? No Grazie” – realizzata per Legambiente da Unik.love – sul sito: www.usaegettanograzie.it


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