24/2/2016 – “Nel marzo scorso ho conosciuto Chiara Insidioso nella sua stanza d’ospedale. Seppur ancora in gravissime condizioni, grazie alle cure e all’assistenza adeguata ricevute al Santa Lucia, stava compiendo notevoli progressi. Quei tanti passi avanti, frutto di un lavoro di squadra tra medici e i professionisti dell’ospedale e l’amore dei familiari, rischiano oggi di tramutarsi in altrettanti passi indietro se Chiara dovesse essere trasferita in una clinica per anziani terminali”. Lo dice la consigliera regionale di Si – Sel, Marta Bonafoni. “Lontana dalle cure specialistiche a cui fino ad oggi è stata sottoposta e dai tanti stimoli ricevuti, per lei vorrebbe dire sprofondare ancora di più in qual baratro che l’ha fagocitato il 4 febbraio di due anni fa, a soli 19 anni. Sottoscrivo quindi l’appello e la petizione lanciata on line #unacasaperchiara, nella convinzione che l’unica strada percorribile sia quella di trovare per lei una casa adeguata, con un’assistenza specialistica che gli consenta di proseguire quel percorso riabilitativo che tanto sta facendo la differenza. Le Istituzioni tutte devono fare la loro parte. In primis il Governo che, in ottemperanza a quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul, deve mettere in campo tutte quelle misure economico-legislative per assicurare a Chiara e ai suoi familiare condizioni di vita e di cura adeguate”.
[…] 24/2/2016 – Oltre 4500 firme per chiedere che Chiara Insidioso abbia una casa ora che mancano appena 20 giorno dalle dimissioni dall’ospedale Santa Lucia dove è ricoverata da mesi dopo la brutale aggressione avvenuta a Dragona nel febbraio del 2014 per mano di Maurizio Falcioni, suo compagno all’epoca. L’appello, lanciato sul sito Change.org è rivolto al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al ministro della Salute e al presidente della Regione Lazio, ed è stato lanciato da Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa. “Il caso di Chiara Insidioso, – spiega la Moscatelli che ha lanciato anche l’hastag #unacasaperchiara – è emblematico per tutte le donne che hanno subito e subiscono violenza maschile. Tra venti giorni Chiara sarà dimessa dalla Fondazione, dove sono riusciti a riportare Chiara a relazionarsi con l’ambiente circostante e a comunicare, e sarà messa in una casa di cura per anziani terminali con un livello di coscienza minore rispetto al suo, malgrado possa ancora migliorare la sua condizione riabilitativa e sia stata avviata a un progetto che potrebbe far avanzare la sua autonomia. Chiara è una delle poche donne che sono sopravvissute al femmicidio in una condizione di grave danno fisico e psichico, un caso che lo Stato italiano non può ignorare o ricordare solo in maniera formale, ma su cui ha l’obbligo di intervenire con una compensazione economica che garantisca a Chiara un accesso agevolato a forme di assistenza ai fini della riabilitazione e di reinserimento a una vita il più possibile normale. Un obbligo che nel caso di Chiara parte dal diritto di avere una casa attrezzata ad accoglierla secondo le sue esigenze e con l’assistenza di cui ha bisogno”. La casa dove il padre di Chiara, Maurizio Insidioso Monda vive con la compagna infatti è troppo piccola per garantire alla ragazza di potersi muovere con la sedia a rotelle in libertà. “Ed è per questo – prosegue la Moscatelli – che chiediamo che lo Stato si faccia immediatamente carico di una soluzione adeguata e idonea alla situazione di Chiara, agendo in totale e autentico sostegno per lei e per la sua famiglia”. Sulla vicenda è intervenuta la consigliera regionale di Sel Marta Bonafoni, che ha sottoscritto la petizione on line. […]