13/3/2025 – Era già tutto previsto… Il TAR del Lazio accoglie i ricorsi dei balneari lidensi e sospende il bando per l’affidamento delle 31 concessioni perché la gara risulta “disancorata dal nuovo paradigma legale”.
Tutto rinviato al prossimo 14 ottobre quando, secondo il Tribunale amministrativo regionale, la questione sarà ripresa.
Pronta la risposta dell’assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche abitative, Tobia Zevi: “Prendiamo atto della decisione del TAR che ha sospeso il bando ma riteniamo indispensabile procedere con l’appello cautelare al Consiglio di Stato; restiamo fermi sulla solidità dei valori e principi che risiedono alla base dei bandi pubblicati”.
Prosegue così, a suon di carta bollata, la vicenda che ancora una volta di fatto tiene in sospeso le attività imprenditoriali legate al mare di Ostia e allo stesso tempo blocca qualsiasi tipo di progettualità del litorale romano.
Ma andiamo con ordine. Lo scorso 12 febbraio il sindaco Gualtieri presentava alla stampa il bando con il quale di fatto si diceva stop alle proroghe per dare il via ad un percorso triennale (in realtà una concessione +1+1+1). Detto fatto, puntuale, il 14 febbraio usciva il bando destinato a 25 stabilimenti, 4 esercizi di ristorazione e due spiagge libere con servizi già esistenti.
Era chiaro sin da subito che i ricorsi sarebbero piovuti a catinelle e così è stato.
Quello che il primo cittadino Gualtieri aveva definito “un passaggio storico per il litorale romano e un’occasione per valorizzare il mare di Roma”, va a farsi benedire e, ancora una volta, tutto è rimandato all’approvazione del PUA (Piano Utilizzo Arenili) che dovrebbe salpare proprio tra tre anni, salvo ulteriori decisioni nel mese di ottobre.
“La sospensiva del TAR – afferma ancora l’assessore Tobia – non annulla la gara ma ne ferma momentaneamente l’iter, evidenziando nodi da sciogliere legati all’applicazione della normativa nazionale e regionale. Quello centrale, in particolar modo, riguarda l’assenza del Piano di Utilizzo degli Arenili (PUA), che ai sensi della legge regionale impone all’Amministrazione l’indizione di gare di durata massima annuale, mentre la norma nazionale prevede una durata da un minino di cinque ad un massimo di venti anni”.
Verrebbe voglia di dire, parafrasando un celebre romanzo di Carlo Emilio Gadda ”Quer pasticciaccio brutto del mare di Ostia”, ingabbiato tra normative nazionali, regionali e comunali.
Per Zevi “È fondamentale un pronunciamento del Consiglio di Stato per capire se la normativa nazionale prevalga su quella regionale e se, quindi, sia possibile procedere con gare pluriennali anche in assenza del PUA; l’obiettivo dell’Amministrazione è garantire trasparenza, legalità e il corretto utilizzo del demanio marittimo, in coerenza con le norme vigenti. Rispettiamo qualsiasi pronunciamento, ma riteniamo che la nostra impostazione sia rispettosa della normativa e dei principi sanciti dalla nuova legge” – e conclude Zevi – “difendiamo fermamente anche l’innovazione relativa alle royalty come opportunità di reale valorizzazione del litorale”.