DIARIO DI BORDO – Presidente onorario della Clemente Riva ed ex prefetto dei parroci di Ostia mons. Giovanni Falbo: presentazione del libro “La Cattedrale di Roma”

12/03/2025 – Sarà di nuovo nella ‘sua’ chiesa Santa Monica mons. Giovanni Falbo indimenticabile e indimenticato parroco pluridecennale e prefetto dei sacerdoti di Ostia (prefettura XXVI diocesi di Roma).

L’appuntamento domenica 16 Marzo alle ore 19 vedrà la presentazione della sua ennesima fatica intellettuale, il libro “La Cattedrale di Roma”.

Già presidente onorario dell’associazione locale cristiana ‘Clemente Riva’, capitanata dal giornalista RAI Gianni Maritati, questi consigliere anche della commissione cultura della prefettura di Ostia- diocesdi di Roma, mons. Giovanni Falbo è anche camerlendo della cattedrale romana prima chiesa cristiana ufficiale della città eterna.

Durante il suo mandato come parroco e prefetto delle chiese di Ostia è stato il primo ad applicare fattivamente quel Concilio Vaticano II che ci parla di una chiesa non chiusa all’interno dei suoi confini ma, come direbbe oggi Papa Francesco, ‘In Uscita’; santa Monica avviò le riunioni del consiglio pastorale di Prefettura, accogliendo periodicamente tutti i parroci, i sacerdoti, i parrocchiani, i laici e istituendo la commissione carità e territorio (volontariato) e le cosiddette ‘riunioni di palazzo’ nelle quali i cristiani incontravano le famglie della zona nei loro condominii e case. Mons. Giovanni, al di là della sua alta cultura e intellettualità, è stato anche un profeta, visionario e precursore se si considera che soltato pochi anni fa Papa Francesco lanciò proprio da Ostia quel ‘segno’ per la città e per il mondo di un “papa-parroco” che va nelle palazzine e nei condomini.

Fu il promotore, insieme ad Elena Sansò prima e a don Franco poi, dell’associazione Centro per la Vita. Sua l’iniziativa che benedisse anche il Centro di ascolto il Dialogo, con la prevenzione delle dipendenze.

Si può dire che venne proprio da lui l’intuizione (mano longa del grande “Vescovo di Ostia” Clemente Riva) concretizzatasi poi con la successione dei Vescovi e dei Prefetti delle Chiese di Ostia, di avviare un movimento sempre più inter parrocchiale che vede oggi nell’ampliamento delle commissioni (liturgica, giovani e la più giovane ‘commissione cultura’) quella trasformazione della chiesa verso i cittadini e la città per venire incontro a quei ‘mali di Roma’ di cui tanto si parlò, anche nella chiesa, nei primi decenni della seconda metà del secolo scorso.

Oggi ‘La Cattedrale di Roma’ è un testo importante; è quel saggio che ci porta al cuore della cristianità universale ‘romana’; si perché la ‘madre’ di tutte le chiese romane era il centro cristiano cittadino (cnfr. ‘chiesa in uscita’) ma nello stesso tempo per secoli e secoli sede della cattolicità globale perché qui era (ed è) la ‘casa del Vescovo di Roma’ e anche Pontefice, che da lì veniva eletto e si affacciava nell’adiacente san Giovanni in Laterano.

Si può dire che talmente i primi cristiani ufficiali (fuori dalle catacombe) vollero San Giovanni, cattedrale di Roma, centro dell’unità dei primi cristiani da dedicarla inizialmente a ‘San Giovanni Paolo e Pietro’ come anche la piazza. Un particolare allora unisce Roma e Ostia in questo senso; si perché anche la chiesa paleocristiana lidense, da poco trovata nel parco archeologico di Ostia antica porta questo nome che richiama una chiesa cristiana delle origini non divisa tra le comunità ora di Giovanni ora di Pietro e ora di Paolo.

Ostia già condivideva, forse anche ispirava, la città eterna a questo segno di profonda unità ecumenica e dialogo religioso.

Oggi, ancora e ancora, la chiesa di Ostia combatte la buona battaglia per l’unità cristiana che oggi passa per le parrocchie, per le chiese non cattoliche per le religioni. Questo forse anche l’intento del Papa.

In effetti tante volte sembra che Papa Francesco abbia considerato Ostia davvero particolare, se si pensa alle tante e particolari visite; e poi anche è da riflettere sul fatto che Papa Bergoglio, come Vescovo di Roma, più volte abbia espresso il desiderio di ‘ritirarsi’ proprio in San Giovanni in Laterano negli ultimi anno di pontificato e anche per dare un messaggio forte della sua particolarità alla città e al mondo.

Forse il messaggio che mons. Giovanni ancora ci lancia è quello di considerare sì la chiesa come prossimità e quotidianità del Vangelo ma nello stesso tempo come ponte con il mondo intero al di là di ogni confine e barriera umane.

Sdt

 


LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here