Quel rivoluzionario di “Picasso lo straniero” in mostra al Museo del Corso


26/2/2025 – Straniero, anarchico, artista di avanguardia. Tre appellativi che la società francese coniò per Pablo Picasso quando l’artista a soli 19 anni allestì la sua prima mostra a Parigi, la città scelta per essere libero. La città dove ha vissuto fino alla morte. La stessa che nel tempo lo avrebbe riscattato e amato.

Una scelta obbligata visti i venti di oppressione che soffiavano nella sua Spagna del generale Franco (dove era nato a Malaga nel 1881) e nella Germania di Hitler.

Ed ecco spiegato il titolo della bellissima mostra, “Picasso lo straniero” che si inaugura domani al Museo del Corso fino al 29 giugno.

Oltre 100 le opere esposte tra dipinti, ceramiche, bozzetti di scena, sculture, fotografie e documenti che raccontano in primo luogo l’uomo oltre che l’artista.

Sì, straniero perché nonostante il prestigio e la fama conquistati nel tempo, Picasso non ha mai avuto la cittadinanza francese (chiesta peraltro soltanto una volta nel 1940 più che altro per il timore di ritorsioni).

Lui, uomo libero, da sempre e per sempre contro la guerra e la testimonianza in assoluto è nel “Guernica”, l’opera che compose in soli due mesi dopo il bombardamento di Guernica, il 26 aprile del 1937.

Organizzata da Fondazione Roma con Marsilio Arte, la rassegna progettata da Annie Cohen-Solal vede esposti capolavori senza tempo ed una sezione romana a richiamare il periodo in cui visse nella Capitale, in via Margutta, nel 1917, per seguire le orme di Jean Cocteau.

Più volte a Roma, amava frequentare l’osteria Fratelli Menghi, luogo di ritrovo di molti pittori, attori e poeti.

Roma, il Colosseo che gli ricordava la corrida spagnola e le analogie che vedono soccombere leoni e tori. Un sacrificio descritto nel suo cammino artistico per ribadire ancora e sempre il suo no alla guerra.

Tra i dipinti esposti anche inediti quali “Bosco su un versante montano”, “Al ristorante” (1900), la scultura “L’uomo e la pecora”.

Un percorso cronologico che vede prestiti di importanti musei e collezioni private per approfondire l’artista innovativo e poliedrico che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte, fondando di fatto insieme a George Braque, il Cubismo.

È vero, come ha sottolineato nella conferenza stampa di questa mattina Franco Parasassi, presidente di Fondazione Roma che alcuni artisti “più li studi e più li studieresti”.

Ed ecco l’icona scelta per la mostra romana: “L’Adolescent” dipinta nel 1969 all’età di 88 anni, sconosciuta ai più. Il dipinto racconta di un adolescente e della sua metamorfosi in uomo. Come a voler immortalare l’esistenza dell’essere umano.


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