22/1/2025 – Quattro mesi per assistere ad una occasione unica: veder riunite in un solo ambito alcune tra le opere più note di Caravaggio.
Un artista che può ancora stupire. Sì perché la sua vicenda per certi versi ancora da scoprire, la sua personalità, la sua Arte rivoluzionaria, possono e devono ancora meravigliare.
Ed è quello che si propongono i curatori di “Caravaggio 2025” Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon che parlano di una “mostra ambiziosa” e di un “percorso cronologico”.
L’occasione è l’Anno Santo in corso. L’ambito, le prestigiose sale della Galleria d’Arte Antica Barberini Corsini in via Quattro Fontane.
Con un certo anticipo rispetto all’apertura della mostra che sarà inaugurata il 7 marzo (prevendita dei biglietti già a partire da domani) questa mattina l’evento che si annuncia come uno tra i più importanti e visitati del Giubileo, è stato presentato alla stampa internazionale.
Già certa la presenza di 20 capolavori ma sono in corso contatti con collezioni private e musei per aggiungerne qualcuno in più.
Una rassegna dedicata a Michelangelo Merisi (1571-1610), manca da Roma da 15 anni ma cosa promette in più questa rispetto al passato? Sicuramente la presenza di un numero eccezionale di dipinti autografi, prestiti straordinari dalle più prestigiose istituzioni museali del mondo, due capolavori riscoperti per la prima volta esposti in confronto ad altre opere del Merisi e nuove scoperte. Tra questi, il Ritratto di Maffeo Barberini recentemente presentato al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta e attualmente esposto proprio alla Galleria Barberini e che il direttore Clement Salomon non nasconde di poter acquistare per riportarlo definitivamente a Roma. L’opera sarà affiancata da l’Ecce Homo, attualmente esposto al Museo del Prado di Madrid che rientrerà in Italia per la prima volta dopo secoli, accanto ad altri prestiti eccezionali come la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid (scelta come manifesto della mostra) capolavoro già nelle collezioni Barberini che tornerà nel Palazzo che la ospitava, e Marta e Maddalena del Detroit Institute of Arts, per il quale l’artista ha usato la stessa modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini, tutti esposti per la prima volta uno accanto all’altro.
Di certo, questa è l’occasione per tornare al Caravaggio “puro”. L’artista che mai come questa volta viene raccontato nel suo periodo romano, perno della sua vita. Roma dove fino all’ultimo ha tentato di tornare. Una mostra che racconta la forza innovatrice che l’artista introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo.
Tra i capolavori esposti, Il martirio di Sant’Orsola, probabilmente l’ultima opera di Caravaggio dove la luce dei giorni fervidi lascia il campo alla cupezza della sua fine.
“Caravaggio 2025” è probabilmente il clou di una stagione romana all’insegna dell’Arte. Grazie al Giubileo infatti sono state aperte numerose mostre ed altre stanno per essere inaugurate.
A breve, apriranno a Palazzo Bonaparte quella dedicata a Munch, al Museo storico della Fanteria, quella di Dalì e poi ancora le opere di Utrillo.