Nelle “Anime” del Bernini beatitudine e dannazione dell’essere umano. I busti esposti in Vaticano fino al 31 gennaio


20/11/2024 – Anima beata e anima dannata. Due volti contrapposti, facce della stessa medaglia. Due condizioni che appartengono all’essere umano. Come raffigurarle? Lo ha fatto Gian Lorenzo Bernini all’età di 20 anni lasciando ai posteri non soltanto la testimonianza di un capolavoro dell’arte italiana ma anche un’ulteriore prova del genio che era in lui.

I busti sono abitualmente custoditi nell’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede e quindi non visibili al grande pubblico. Ma, proprio grazie alla collaborazione della sede diplomatica sarà possibile ammirarli all’interno della Pinacoteca dei Musei vaticani fino al prossimo 31 gennaio.

“Le Anime del Bernini” è infatti uno dei primi eventi inseriti nel calendario dell’ormai imminente Anno Giubilare.

Come ha avuto modo di spiegare l’ambasciatrice Maria Isabel Celaa Dieguez, nel corso della conferenza stampa di ieri, le sculture raccontano della “profondità filosofica” del Bernini. Ed ecco la dannazione espressa con un grido dove rabbia, angoscia, riluttanza sono elementi certi per una condanna definitiva e inevitabile.

Al contrario l’anima beata è raffigurata in estasi, in contemplazione di qualcosa che colpisce l’anima e la rende serena nella speranza.

Le due espressioni rappresentano perfettamente la condizione che vive l’uomo di oggi in lotta tra il bene e il male. Tra guerre e bisogno di pace.

Un Giubileo, questo del 2025, che Papa Francesco ha voluto identificare con la speranza e che, come ha sottolineato la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, “Nasce all’insegna del Bernini con questo allestimento semplice ed essenziale ed è completato dal recente restauro del Baldacchino all’interno della Basilica di San Pietro, una delle opere più note e ammirate dello scultore napoletano. Così come il colonnato della piazza che ogni giorno sembra accogliere abbracciandoli, visitatori da tutto il mondo”.

Un risvolto curioso è stato rivelato dalla curatrice della mostra, Helena Pérez Gallardo. Le rughe, i capelli in disordine, la bocca aperta e deformata in un urlo scaturito dalla visione dell’inferno caratterizzano l’anima dannata. “Si racconta – rivela Pérez Gallardo – che lo scultore si ponesse di fronte ad uno specchio lasciandosi bruciare dal fuoco di una candela”.

Una mostra che ha anche un risvolto benefico. Come ha annunciato il cardinale spagnolo Férnando Vergez, il ricavato delle vendite del catalo


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