24/11/2024 – Di fronte all’ennesima escalation militare ci ha scritto Padre Gheorghe Militaru, pastore ortodosso sul nostro Territorio (Via Ostiense 1551), ma anche vicario per l’Italia.
E’ interessante la sua partecipazione se si considera che la tradizione cristiana ortodossa è quella più rappresentata nelle due nazioni che furono sorelle, la Russia e l’Ucraina.
Anche i pastori cristiani evangelici hanno voluto contribuire alla riflessione, alla luce delle Sacre Scritture; i loro interventi completi è possibile leggerli sulla rubrica giornalistica UT UNUM SINT, di unità dei cristiani sul nostro Territorio, che esce ogni mese sul magazine mensile Duilio (ultima pagina).
—“Una straordinaria canzone di Amedeo Minghi esprime in modo sublime la tragicità delle guerre.Forse per renderci conto dovremo non solo ascoltarla, ma anche meditarla più spesso:
«C’è la guerra
La stanno trasmettendo
E tutto il mondo la sta guardando
Tutto il mondo
C’è la guerra
Vera, ma distante
Ed è rassicurante
…..
Ma guarda come brilla, nella notte scintilla
Questa guerra è più bella di un videogame
Veramente
E senti quanti spari, che assordanti rumori
….
Bombe intelligenti
Sanno evitare il cuore
Ma non saprebbero dire il nome
Di chi muore.»
Detto ciò, è difficile quindi da buoni cristiani giustificare la guerra in nome di Dio.
Tutti sono contro la guerra, tranne i mercanti d’armi che hanno sempre argomenti umanitari per giustificarla. Non bisogna essere troppo creduloni, questi argomenti sono soltanto un paravento per i loro interessi economici. Le guerre in Iraq, Iran, Siria, Afghanistan, ma anche in Terra Santa o in Ucraina, sono costate centinaia di miliardi di dollari. Se, nella loro grande generosità, i Paesi occidentali avevano da offrire questa somma agli afgani e agli iracheni, non c’era un modo più intelligente di utilizzarla?
La guerra è sempre sporca e ingiusta. Non c’è mai una guerra giusta, sebbene a volte si possa considerare una guerra necessaria. La guerra è prima di tutto un gigantesco sperpero di energia, di vita, di famiglie, di speranza e di futuro. Sulla base della propria esperienza Hélie de Saint Marc ha scritto: “Non c’è una guerra gioiosa o una guerra triste, una guerra bella o una guerra brutta.”
La guerra è il sangue, la sofferenza, i visi ustionati, le pupille dilatate dalla febbre, la pioggia, il fango, gli escrementi, l’immondizia, i ratti che corrono sui corpi, le ferite mostruose, le donne e i bambini trasformati in carogne. La guerra umilia, disonora, degrada. È l’orrore del mondo riunito in un parossismo di sangue e di lacrime, di povertà, ingiustizie e tanto, tanto orrore.
«Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra».”—
sdt