MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA – “Gli anziani: nel limite della carne la potenza di Dio”, i cristiani ortodossi del territorio dalla Sacra Scrittura

PADRE GHEORGHE MILITARU, CHIESA ORTODOSSA VIA OSTIENSE 1551

6/10/2024 – In questo tempo dell’anno nel quale le attività sociali, scolastiche, sportive, culturali delle famiglie si riattivano e i nostri figli e nipoti sono chiamati a intraprendere nuovamente le loro vite comunitarie, diventa fondamentale la riflessione sul tema dei nonni e delle nonne, dei nostri anziani e di come la nostra società, interpretando il suo reale livello di civiltà, ben diversa dalla progressione tecnologica, ci mostra.

Su questa strada è importante la lettera inviataci da Padre Gheorghe Militaru, responsabile della chiesa cristiana ortodossa Ingresso di Gesù a Gerusalemme, sulla Via Ostiense e anche vicario per la chiesa in Italia.

“La cosiddetta terza o quarta età è spesso deprezzata, e gli anziani stessi sono indotti a domandarsi se la loro esistenza sia ancora utile. Gli anziani sono una risorsa
importante da valorizzare da parte di tutta la società.

Sono importanti per tante attività e servizi ma soprattutto, sono coloro cui spetta il compito di trasmettere aifigli e ai nipoti i valori fondamentali della società umana e della tradizione cristiana.

È necessario quindi approfondire la consapevolezza del ruolo che gli anziani sono
chiamati a svolgere soprattutto nella società e nella Chiesa.

Nella figura di Abramo, uomo di cui viene sottolineato il privilegio dell’anzianità,
questa benevolenza assume il volto di una promessa: “Farò di te un grande popolo e
ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro
che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra” (Gn 12, 2-3).

Accanto a lui c’è Sara, la donna che vede il proprio corpo invecchiare, ma che sperimenta nel limite della carne ormai sfiorita la potenza di Dio che supplisce all’umana insufficienza.

Anziano è anche Mosè, quando Dio gli affida la missione di far uscire il popolo eletto
dall’Egitto. Le grandi opere che per mandato del Signore egli compie in favore di
Israele non occupano gli anni della giovinezza, ma della vecchiaia.

Tra i tanti esempi offerti dalla Sacra Scrittura vale la pena citare la vicenda di Tobi,
che si impegna ad osservare la legge di Dio, ad aiutare i bisognosi, a sopportare con
pazienza la cecità fino a sperimentare l’intervento risolutore dell’angelo di Dio (cfr
Tb 3, 16-17).

La vecchiaia, dunque, alla luce dell’insegnamento della Bibbia, si propone come
“tempo favorevole” per il compimento dell’umana avventura e rientra nel disegno
divino riguardo ad ogni uomo come tempo in cui tutto converge, perché egli possa
meglio cogliere il senso della vita e raggiungere la “sapienza del cuore”.
Gli anziani sono custodi della memoria collettiva. Sono biblioteche viventi dove
trovare saggezza; sono custodi di un patrimonio inestimabile di testimonianze umane
e spirituali e perciò interpreti privilegiati di quell’insieme di ideali e di valori comuni
che reggono e guidano la convivenza sociale. Escluderli è rifiutare il passato nel
quale affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria.

Il luogo più naturale per vivere la condizione di anzianità resta quello dell’ambiente
in cui l’anziano è “di casa” e cioè tra parenti, conoscenti ed amici e dove può rendere
ancora qualche servizio. L’ideale sarebbe la permanenza dell’anziano in famiglia,
perché l’anziano possa godere dell’affetto dei propri cari e degli amici.

Perché è vero che chi trova un amico trova un tesoro, ma è altrettanto vero che chi ha
un nonno/nonna questo tesoro inesauribile lo possiede già. Basta sfruttarlo e
valorizzarlo. “-

Sdt


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