Mattinata da incubo in Municipio, spariscono le prenotazioni e poi chiude improvvisamente


01/02/2022 – “Ho prenotato ad agosto dello scorso anno e scoprire che la mia prenotazione non risultava sul sistema e dopo un’ora di attesa ho visto chiudere improvvisamente gli uffici causa Covid. Il tutto con atteggiamenti incivili e di una maleducazione assoluta”. E’ lo sfogo della signora Francesca che questa mattina si è recata negli uffici anagrafici del X Municipio di Ostia in via Claudio per il rinnovo della carta di identità del figlio ma si è trovata a dover fare i conti con del personale non idoneo a lavorare a contatto con il pubblico.
“Avevo effettuato la prenotazione il 31 agosto dello scorso anno. Sapevo che i tempi erano lunghi e quindi mi sono portata avanti per non arrivare proprio alla scadenza della carta di identità di mio figlio. Questa mattina – racconta – quindi mi sono recata in Municipio per tempo, arrivando una decina di minuti prima del mio orario, le 11,15. Arrivo e arriva la prima brutta scoperta, dopo aver fatto l’accettazione e compilato tutti i fogli per il Covid ho consegnato la tessera sanitaria di mio figlio ed ecco che l’appuntamento non risulta. Faccio presente quello che accade e mi viene detto di attendere. Aspetto per circa un’ora ma nessuno mi chiama. Chiedo quindi spiegazioni e nulla ancora una volta la risposta è ‘attendere prego’. Non ero sola in fila, c’erano anche altre persone che avevano la prenotazione prima e dopo di me eppure passava chi aveva detto chiaramente di non avere l’appuntamento, e non l’aveva nonostante le impiegate allo sportello negassero anche l’evidenza. Improvvisamente però dopo altri buoni 15 minuti – prosegue la signora Francesca – un impiegato annuncia che devono chiudere per Covid. Alle rimostranze dei presenti tra cui anche alcuni anziani e persone con bambini piccoli una delle operatrici dello sportello mi ha risposto trattandomi oltretutto come se fossi una scema “eh signora non lo sa in che situazione stiamo?” E lì onestamente ho perso la pazienza e ho alzato il tono di voce. Sono infermiera, sono tredici anni che lavoro in corsia e – prosegue – tre sono quelli che mi trovo a combattere tutti i giorni contro il Covid. Sentirmi dire “non sa in che situazione ci troviamo” non lo accetto. So molto bene in che situazione ci troviamo anzi decisamente meglio rispetto a loro che non si degnano neanche di trattare il cittadino con un minimo di considerazione trattandolo invece con una superiorità immotivata. Alle proteste per questa presa in giro ci hanno girato le spalle e se ne sono andate, nell’indifferenza più totale. Non sanno davvero lavorare con il pubblico. Noi – conclude – siamo rimasti che saremmo ricontattati o telefonicamente o via email, perchè anche su questo il personale dava risposte differenti”.


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