Ponte dei congressi, lavori al via forse nel 2019. Rivoluzione viabilità


4/5/2017 – Via del Mare, via Ostiense, via Cristoforo Colombo e autostrada Roma-Fiumicino. Sono queste alcune delle arterie che saranno coinvolte dalla rivoluzione nella viabilità che sarà conseguente alla realizzazione del nuovo Ponte dei Congressi. La prima pietra dell’attraversamento sul Tevere potrebbe esser posta nel 2019 e la sua realizzazione completa, per cui si stimano 3-4 anni di lavoro, potrebbe arrivare quindi nel 2022-2023. È una stima dei tempi, condizionata a una serie di variazioni possibili, fatta oggi nel corso della seduta della commissione capitolina lavori pubblici.

A illustrare i punti cardine dello stato della progettazione l’ingegner Roberto Botta, capo del dipartimento capitolino Lavori pubblici che ha innanzitutto spiegato che “il nome ponte congressi riferito all’intera opera viaria è improprio perchè non si riferisce a un ponte soltanto ma a un sistema più ampio”. Ciò che è noto con il nome di Ponte dei congressi, infatti, “è un’infrastruttura molto complessa su cui Roma Capitale è impegnata da tempo – ha chiarito Botta – si tratta di un grande sistema rotatorio a quattro corsie, che fa da collegamento sull’autostrada Roma-Fiumicino, a monte del viadotto Magliana, attraversa il fiume Tevere e crea il collegamento per l’immissione su via Cristoforo Colombo, su Tre fontane e verso il quartiere Eur Torrino”. Quando sarà realizzato “si entrerà a Roma dal Ponte dei congressi e si uscirà dal viadotto della magliana”, spiega ancora il capo del dipartimento capitolino competente. “Il progetto iniziale prevedeva un finanziamento da 200 milioni di euro” ma l’opera ad oggi “beneficia di un finanziamento di 145 milioni di euro dallo Stato, ottenuti attraverso il decreto sblocca Italia – sottolinea ancora Botta – Con questi 145 milioni verranno realizzate le opere del primo lotto”.

Al momento l’opera “la dobbiamo appaltare entro il 31 dicembre 2017 – spiega Botta – C’è un ragionamento con il Mit sull’opportunità di posticipare la data” in relazione a un lavoro ulteriore richiesto per l’indizione della gara a seguito delle modifiche sulla normativa nazionale in materia di appalti e lavori pubblici. Le ipotesi, che fanno variare i tempi, riguardano in un primo caso la “possibilità di andare a gara già con il progetto esecutivo oppure, siccome per opere molto complesse c’è questa opportunità, al ricorrere di alcune condizioni, di andare ad appalto con la progettazione definitiva”. Tra le due “stiamo lavorando per andare in appalto entro il 31 dicembre”, chiarisce Botta, quindi con la possibilità di andare a gara affidando a un contraente generale il progetto esecutivo. Se così fosse i tempi tracciati da Botta, sulla base di stime relazionate al peso e alla complessità del progetto, sono 4-6 mesi per la progettazione esecutiva, che potrà svilupparsi anche dopo la messa in gara, non meno di 3 mesi per la fase di verifica del progetto “che non è un passaggio burocratico ma sostanziale” spiega Botta. Per la gara, ammesso che si rispetti la data del 31 dicembre 2017 per la messa a gara “ci vuole almeno un anno e sarà espletata dal provveditorato ai lavori pubblici” e poi per la realizzazione dell’opera, ad appalto aggiudicato, ci “vorranno 27 mesi per il solo ponte in sé e almeno tre o quattro anni per completare l’opera, anche se questi sono tempi che si pongono a base di gara e quindi possono variare”, ha concluso Botta. Insomma ammesso che i lavori possano cominciare nel 2019 l’opera sarebbe completa non prima del 2023. Intanto ad oggi il progetto “ha ricevuto parere favorevole dal punto di vista dell’impatto ambientale e paesaggistico in sede di conferenza dei servizi nel 2014 ma a termine dell’aggiornamento della progettazione il progetto sarà sottoposto di nuovo all’attenzione della conferenza dei servizi” e rispetto agli scavi archeologici preventivi “è in corso una campagna in questi mesi e finora sono stati rinvenuti soltanto alcuni livelli di stratificazione del Tevere”, ha sottolineato poi il capo del dipartimento Lavori pubblici. Ancora il progetto è risultato “compatibile con l’unificazione di via Ostiense e via del mare e con la realizzazione dello Stadio a Tor di Valle” ha spiegato Botta.

Una compatibilità che “più in generale mette in sicurezza tutta un’area – ha detto l’assessore all’urbanistica e lavori pubblici di Roma, Luca Montuori – È questa un’infrastruttura che reputiamo strategica perché ridistribuisce i flussi. Inoltre è un’opera che nasce da un concorso di progettazione che ha permesso all’epoca un confronto tra le migliori intelligenze e un lavoro di concertazione con tutte le altre realtà competenti”.


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