20/11/2016 – “Dopo il comunicato del Gruppo PD del Municipio X sulla mancata adesione di Roma Capitale al bando regionale per il finanziamento di interventi sul dissesto idrogeologico è doveroso fare delle precisazioni, per evitare che altro fango vada ad alimentare i timori dei cittadini che attendono da anni risposte sul tema. Innanzitutto, – spiegano dal Movimento 5 Stelle del X Municipio – va detto che il bando proposto era sì, per € 10.000.000 complessivi ma, per i Comuni con più di 5.000 residenti, come Roma, era disponibile una cifra di 6 milioni di euro che si divideva su interventi di importo massimo di € 250.000 cadauno e per il quale era condizione necessaria, il cofinanziamento almeno del 10% da parte dell’ente locale. Entrando nel merito del bando, l’iniziativa finanziava esclusivamente interventi per il dissesto idrogeologico che riguardano infrastrutture comunali quindi strade comunali, fognature comunali, condotte comunali, ecc., e questo limita di per sé, sia la tipologia che la quantità degli interventi da realizzare. Quello che nel comunicato non è stato stranamente sottolineato, è che ogni comune poteva comunque presentare la richiesta per un solo intervento e che i requisiti per entrare in graduatoria prevedevano una serie di paletti che condizionavano molto la scalata in classifica: come scritto in precedenza, il cofinanziamento da parte del Comune che presentava la richiesta era obbligatorio e dava un punteggio elevato, in base alla quota di copartecipazione. In sostanza, a parità di importo richiesto, se il Comune contribuiva al 90%, il punteggio in graduatoria era 8 volte superiore a quello di un comune che invece aveva contribuito al 10%. Un altro punto critico era la presenza di un intervento inserito in una mappatura del rischio idrogeologico che raddoppiava il punteggio degli interventi in aree perimetrate come critiche.
Il tempo di presentazione delle domande era di 15 giorni dall’apertura del bando, un tempo davvero breve per individuare dei progetti che avessero le autorizzazioni necessarie, se su questi non si era lavorato attentamente nei mesi o anni precedenti, autofinanziando la progettazione e il processo autorizzativo. Fatte queste premesse è ovvio che le condizioni per una partecipazione, nel mese disSettembre erano molto difficili, vista anche la situazione finanziaria della Capitale e la necessità di ricercare le voci di bilancio. Roma ha un ritardo storico sul dissesto idrogeologico e la giunta sta cercando di sanare questo ritardo costruendo una Cabina di regia che riesca ad identificare i progetti realmente utili coordinando i dipartimenti comunali e gli enti che copartecipano alla governance della difesa del suolo. Oltretutto potrà, quindi identificare le priorità, creare le condizioni, affinchè Roma Capitale sia pronta a partecipare a bandi sul dissesto idrogeologico, anche piccoli, come questo regionale, nonché ricercare le voci di spesa nel bilancio comunale per cofinanziare interventi, come quelli previsti nel bando. È necessario precisare che nel comunicato si è parlato, in particolare, del Municipio X e dei problemi idraulici del suo entroterra, lanciando in sostanza un sasso nello stagno, per increspare l’acqua di un problema che è molto più serio della partecipazione ad un bando regionale. Il Municipio X sta aspettando, ormai da due anni, la mappatura del rischio idrogeologico, che M5S chiese, a livello municipale nel 2014, e che l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere ha, poi, proposto con il decreto segretariale 42. L’iter di adozione di questa mappatura, sembra infinito, e se non verrà concluso in tempi rapidi dall’Autorità di Bacino insieme alla Regione Lazio, si allontanerà ogni possibilità di finanziamento di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico del Municipio X, come prevede il Piano Nazionale sul dissesto idrogeologico. Altroché, bando per un solo intervento da € 250.000,00. Si parla di interventi per milioni di euro! Senza quella mappatura, tra l’altro, – proseguono i pentastellati – non si potrà implementare un piano di emergenza alluvione per l’entroterra in carico all’amministrazione comunale, e non potrà imporre alcuna limitazione alla saturazione urbanistica delle aree edificabili previste dal piano regolatore. Attualmente sul territorio del Municipio Roma X gravano previsioni di piani attuativi per circa 6 milioni di metri cubi di nuove volumetrie da edificare, e in assenza della mappatura del rischio idrogeologico, quelle previste nelle aree più critiche potranno lecitamente proseguire il proprio iter amministrativo, aggravando ancor di più il livello di criticità idraulica del territorio municipale”.