22/10/2016 – L’applicazione del contratto con la società che gestisce il bando per le mense nel comune di Fiumicino. È da questo che deriva la nota che giovedì il dirigente dell’Area servizi al cittadino Roberto Rizzi ha inviato alle direzioni didattiche in cui si sottolinea che «sino a nuove eventuali disposizioni, i bambini non iscritti a mensa che consumeranno il pasto portato da casa non potranno accedere presso il refettorio». Una lettera che arriva dopo che in precedenza le società che gestiscono le mense, la Vivenda e la Cooperativa Solidarietà e Lavoro, avevano evidenziato come l’accesso ai refettori fosse consentito «solo e soltanto agli utenti regolarmente iscritti al servizio di refezione». Due i punti sotto esame. Il primo legato alla sicurezza visto che la copertura assicurativa decade. Il secondo legato alla funziona educativa che mancherebbe «in una situazione in cui alcuni bambini mangiano mentre gli altri guardano». Una scelta, quella di rinunciare al servizio mensa, che nel territorio di Fiumicino coinvolge una cinquantina di famiglie. Una vicenda non limitata al solo comune di Fiumicino ma partita dalla decisione della Corte di appello di Torino che a giugno aveva dato ragione a un gruppo di genitori che avevano presentato il ricorso. Una possibilità colta al volo da alcune famiglie che si erano trovare a non digerire i costi per la mensa derivanti dall’elevazione delle fasce di reddito nell’Isee. Ad affrontare il tema saranno ora i dirigenti scolastici. A loro spetterà individuare dove i bambini che non usufruiscono della refezione passeranno l’ora di pranzo e soprattutto il persona che dovrà vigilare sulla loro sicurezza. «Stiamo aspettando – aveva detto solo pochi giorni fa l’assessore alla scuola di Fiumicino Paolo Calicchio – che venga fatta una normativa adeguata che veda tutte le parti in causa. Prima che questo avvenga noi non possiamo prendere alcuna decisione in merito. C’è un contratto da rispettare con le società che si sono aggiudicate il bando della refezione scolastica».