13/10/2016 – Un nuovo stop nell’infinita storia del nuovo ponte della Scafa. La nuova interruzione dell’iter che prima o poi vedrà la realizzazione del nuovo viadotto è arrivata dalla soprintendenza archeologica di Ostia che ha chiesto l’approfondimento dei sondaggi archeologici su entrambe le sponde del Tevere e lo studio di misure per lo spostamento dei resti del molo dell’imponente porto romano affiorato dal versante di Tor Boacciana. Tutti interventi, come riporta Il Messaggero, che al momento impediscono di rilasciare il nulla ostia alla messa in opera degli interventi per la posa dei piloni di sostegno del nuovo attraversamento. La infrastruttura sarà lunga 285 metri con un’arcata centrale di 155 metri. Il nuovo complesso viario, comprensivo di viadotti e svincoli, consentirà di rivedere oltre 2 chilometri di strada che si svilupperà su quattro corsie. L’importante progetto include anche la realizzazione di un sottopasso per Isola Sacra, il collegamento della zona archeologica di Tor Boacciana con il complesso degli scavi di Ostia Antica. Un restyling che però a causa dell’intervento della soprintendenza sta portando all’ennesimo rimando dell’apertura di un cantiere per il quale tutto il resto è già pronto. L’opera infatti è quasi completamente finanziata – 39 milioni di euro la somma necessaria di cui oltre 25 metti dalla Regione Lazio – il bando, risalente al 2010 è stato infatti assegnato e il progetto esecutivo è ai nastri di partenza. Tutto pronto quindi se non fosse per l’ennesimo ostacolo messo dalla soprintendenza che per poter dare il suo ok definitivo ha dettato delle condizioni imprescindibili. Per quanto riguarda gli interventi sulla sponda lidense infatti “in corso d’opera deve essere previsto l’ampliamento delle indagini archeologiche… e deve inoltre essere valutata la possibilità di smontaggio e ricollocazione dei testi eventualmente rinvenuti”. In particolare sotto la lente del soprintendente Francesco Prosperetti ci sarebbero i resti del molo dell’antico porto romano che negli anni passati era tornato alla luce nel corso proprio dei sondaggi archeologici. Ma non solo anche dal versante opposto la situazione non è migliore. Infatti i rilievi fino ad ora effettuati sono ritenuti dalla soprintendente solo parziali tanto da richiedere nuovi carotaggi. Il tutto per un ulteriore costo di 2 milioni di euro. Richieste che sono arrivate come una tegola sull’ufficio incaricato del progetto, il Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale che ha dovuto già affrontare complicazioni di ogni sorta e che anno dopo anno ha visto il coinvolgimento di soggetti che vanno dal Tar, al Consiglio di Stato passando per il prefetto di Roma.