13/4/2015 – Ci sono spettacoli che rapiscono per storia, interpretazione, regia, significati. E “L’invisibile che c’è”, in scena al teatro Nino Manfredi fino a domenica, è uno di questi. L’autore Antonio Grosso ha ancora una volta centrato l’obiettivo: quello di scrivere una vicenda tenera, a tratti divertente e, sentimentale. Perché “L’invisibile che c’è” mette al centro i sentimenti, in questo caso il forte legame tra un padre e un figlio) un affetto che va oltre la vita.
Gennaro Cannavacciuolo (sul palcoscenico il padre) fa della sua naturale recitazione, senza fronzoli, essenziale, un altro tassello dello splendido puzzle rappresentato dalla sua carriera. Antonio Grosso è ormai una realtà consolidata, una bellissima realtà. E lo si è visto già qualche anno fa quando sorprese tutti con il suo “Minchia signor tenente”. A questo punto dovremmo svelare alcuni particolari, scena finale compresa che meglio fotograferebbero la commedia. Ma non si può, per lasciare allo spettatore il gusto di scoprirne la bellezza.
La delicata regia di Paolo Triestino rende il tutto palpabile ed etereo allo stesso tempo. Alla riuscita di questa commedia, contribuisce l’intero cast, anche in questo caso essenziale ma efficacissimo.
Lo spettacolo viene svelato in parte dalle note di regia: ne “l’invisibile che c’è” tutto rimane sospeso, tutto orbita intorno a quella “e”. E come il modellino di un trenino elettrico, dove tutto funziona in virtù della perfezione di una serie infinita di minuscoli meccanismi, così le nostre esistenze scorrono fino a quando qualcosa non inceppa quei meccanismi e tutto si blocca, si complica e anche percorrere pochi metri diventa un’impresa improba.
La vita, si sa, è imprevedibile, ma cosa accadrebbe se lo diventasse anche la morte?
Pochi si sono presi la briga di narrare la storia d’amore tra un figlio e suo padre e questa vicenda ne è intrisa, con semplicità.
In questo spettacolo di Antonio Grosso si vola: lo spettatore fluttua e non sempre se ne accorge. Le emozioni sono fortissime e contrastanti. Si affrontano temi drammatici, ma con fantasia e leggerezza, con ilarità e misticismo, il tutto avvolto da un’atmosfera surreale. Una commedia sul dolore, quasi un ossimoro. Anche la morte di un figlio, del resto, è un concetto profondamente contraddittorio. Insomma, l’amore e la vita sono faccende con dinamiche straordinarie. Ma anche la morte…
L’invisibile che c’è
di Antonio GROSSO
regia, Paolo TRIESTINO
con
Gennaro CANNAVACCIUOLO
Antonio GROSSO
Antonello PASCALE
Roberta AZZARONE
e con Lello RADICE
√ In scena dal 7 al 19 aprile
dal martedì al sabato alle 21
le domeniche alle 17.30
mercoledì 15 aprile solo pomeridiana alle 17.30
sabato 18 aprile doppio spettacolo
alle 17.30 e alle 21
√ ticket:
platea € 24 (intero) € 21 (ridotto)
galleria € 21 “ € 18
(inclusa prevendita)
speciale under 25 € 8