Per i lavoratori della Cooperativa Sociale Roy’s il 2014, che è ormai alle spalle, è stato un anno di particolare difficoltà e precarietà… ma per i romani tutti è stato l’anno dello scandalo: Mafia Capitale, ovvero la dimostrazione evidente di un sistema di corruzione a tutti i livelli della macchina amministrativa del Comune di Roma e dei suoi Municipi.
Sinceramente non si può definire proprio inaspettata la notizia visto che era evidente a tutti che le cooperative di Buzzi in questi ultimi anni erano cresciute sia economicamente che come forza lavoro (ricordiamo sempre che lo scambio lavoro > voto è un malcostume tipico del nostro paese) a discapito di cooperative sociali pulite e corrette e che lo stesso scrittore e magistrato De Cataldo con il suo libro Suburbia aveva già tratteggiato i contorni dei personaggi emersi dall’inchiesta tant’è che è quasi pronta una fiction televisiva, chi proprio non se ne era accorto era ed è il comune di Roma ed i relativi municipi che flirtavano con il mondo di mezzo con una passione ispirata al romanticismo degli scrittori tedeschi del fine settecento.
I media: giornali, televisioni, internet si sono gettati sullo scandalo proponendo e riproponendo le intercettazioni di Carminati e Buzzi. Abbiamo sentito trasmissioni di approfondimento che ci hanno raccontato la vita dei due fin dai loro primi vagiti, abbiamo assistito a dibattiti su tematiche tecnico legali con attori molto spesso assolutamente ignoranti in materia, insomma abbiamo ascoltato di tutto e ci siamo scandalizzati per tutto una cosa sola ancora una volta non abbiamo sentito o sentito in modo flebile, ma i corrotti chi sono?
Se Carminati e Buzzi avevano costruito un sistema di corruzione così ampio e radicato, tanto da ricevere l’aggravante dello stampo mafioso, ma questi chi corrompevano? Ma che si corrompevano da soli? La nostra cooperativa bella o brutta che sia da sempre ha avuto una caratteristica chiara non si è mai
schierata politicamente né con il Centrodestra né con il Centrosinistra e sarà un caso, ma in questi ultimi anni abbiamo dovuto sovente ricorrere al TAR per difendere i nostri diritti.
Noi sinceramente avremo fortemente voluto non disperdere le nostre forze in conflitti legali, ma continuare a lavorare per la crescita di una società di impresa che persegue un modello di economia solidale, capace di rappresentare tutte le diverse realtà di un territorio, divenendo una reale sintesi di interessi diversi e non solo di natura economica, consentendo uno sviluppo sostenibile, in un approccio olistico di tutti i membri e le risorse di una comunità più o meno estesa.
La nostra proposta durante questi anni è stata quella di un modello di gestione delle spiagge libere capace di coniugare il più possibile le due anime dell’impresa sociale quella meramente economica (anche un progetto sociale deve avere al suo interno una forza imprenditoriale in grado di sostenere concretamente l’”idea”) e quella più squisitamente di inclusione sociale. Nell’inclusione sociale va evidentemente annoverato anche chi in passato ha percorso vie extra legali, ma non per questo deve essere emarginato e ghettizzato in quanto per le persone che hanno commesso un reato, la leva principale per restituire loro cittadinanza è ricostruire la dignità attraverso il superamento dello stigma. Nell’ottica dell’inclusione sociale, è indispensabile dare l’opportunità di produrre reddito legale per se stessi e per la propria famiglia. L’economia legale è il principale sostegno di prevenzione e contrasto alle mafie ed alla criminalità e la cooperazione sociale di tipo B è il maggiore interprete imprenditoriale di questo fenomeno sociale.
La bomba di Mafia capitale ha ancora una volta dimostrato che ogni visione progettuale fondata su principi mutualistici e di crescita morale e sociale rischia, nella nostra città, di essere un illusione ed ha aumentato in noi il senso di amarezza e anche un po’ di stanchezza per una realtà che vive nella falsità, in un’onestà apparente in un senso dello Stato da parte di tutti totalmente assente. Come possiamo sentirci nell’apprendere che mentre veniva sbandierato il bando spiagge libere all’insegna della trasparenza ed alla lotta alla mafia lasciando intendere che i gestori fossero in qualche modo collusi con realtà mafiose, dalle intercettazioni dell’inchiesta “Mondo di mezzo” si è venuto a sapere che l’Amministrazione intratteneva rapporti con le strutture di Buzzi in modo, magari non rilevante ai fini penali, almeno per il momento, ma certamente non conforme all’etica soprattutto per chi ricopre il ruolo di primo cittadino del municipio.
Come possiamo sentirci quando la nostra struttura è stata oggetto di un attenzione capziosa ed inflessibile tanto da essere esclusi, per il momento in attesa del giudizio del TAR, dal Bando di gara per una multa di 400€ indultata inflitta nel 2005 al nostro legale rappresentante per l’allestimento di alcuni bagni chimici e un bancone, atto lesivo della moralità mentre le cooperative di Buzzi, condannato a 30 anni di carcere per aver ucciso con 30 coltellate il proprio socio ed arrestato mentre dava fuoco al cadavere, si vedono affidare la pulizia di alcune spiagge di Castelporziano in un modo chiaramente non trasparente visto che questi affidamenti sono stati revocati con urgenza, senza ostative morali da parte del Municipio.
Noi che crediamo nel recupero sociale di tutti siamo convinti che il passato di Buzzi una volta scontata ed espiata tutta la sua pena non poteva rappresentare un’ostativa al suo ruolo di imprenditore, ma a maggior ragione non possiamo pensare che una multa di 400€ indultata possa essere la causa della perdita del lavoro per 22 ragazzi del territorio che hanno nel corso di questi anni operato con grande professionalità tanto da essere certificati sulla qualità ISO 9001:2008 per la pulizia e la gestione di aree marine e spiagge.
Il Telegiornale nazionale TG1 ha con un intervista chiesto conto di questo affidamento al Presidente Tassone il quale ha giustificato l’atto con un presunto obbligo da parte del comune di affidare il 10% degli appalti alle coop sociali. Il presidente credevamo facesse riferimento alla Delibera di Giunta Comunale n. 60 del 2010 e successive modifiche la quale stabilisce che almeno il 5% dell’intero ammontare dell’appalto sia riservato alle cooperative sociali, ad esempio nel bando spiagge del 2012 il lotto 6, per intendere quello di fianco all’Ufficio tecnico era riservato alle cooperative sociali. Ora, a parte il fatto che nel bando spiagge del 2014 la riserva per le cooperative sociali non c’era proprio, la Delibera 60 ha stabilito anche un Albo Speciale dove le cooperative devono essere iscritte specificando il tipo di attività al fine di selezionare quelle adatte per l’oggetto del bando o dell’affidamento diretto ai sensi dell’art. 5 della legge 381/91 “disciplina delle cooperative sociali”, noi che siamo iscritti al citato Albo con la specifica “gestione e pulizia delle spiagge”, che siamo certificati ISO 9001:2008 ACCREDIA, che facciamo questo lavoro da anni perché ci siamo chiesti non siamo stati consultati in merito a questo affidamento? Abbiamo così scoperto che il Presidente faceva riferimento ad un Albo delle cooperative sociali di tipo b del Municipio i cui iscritti potevano usufruire di appalti a trattativa privata. Questa notizia ci ha lasciato perplessi in quanto non capiamo perché istituire un Albo del Municipio quando è già presente l’Albo speciale del Comune di Roma già citato? Ed ancora perché quest’Albo non è stato correttamente pubblicizzato al fine di garantirne l’iscrizione a tutte le cooperative sociali di tipo b del territorio?
Domanda Retorica…..
Vogliamo, nonostante tutto, concludere queste nostre riflessioni che, come la lettera nella bottiglia lasciata in mare da un naufrago viaggia tra le correnti nella speranza di raggiungere qualcuno che possa leggerla, diffonderemo con ogni mezzo, con un messaggio di speranza e di sprono per tutte le persone oneste del nostro municipio, noi non ci arrendiamo, ma anzi faremo di questa esperienza un trampolino di lancio per nuove iniziative volte a sradicare il marcio del nostro territorio, cercheremo di coinvolgere tutti gli attori del Terzo Settore, quello pulito però, in questa battaglia di trasparenza e correttezza. Metteremo a nudo peccati, ma anche peccatori, scoveremo le serpi e le daremo in pasto all’aquila della giustizia. Saremo certosini nel controllare tutti i passi del Municipio qualsiasi sia il colore del governo e metteremo alla gogna chi sbaglia….senza pietà!!!!!!!!!!
La Cooperativa Sociale Roy’s