Castel Romano, capiclan accerchiano protezione civicile e polizia locale per impedire la distribuzione dell’acqua


29/8/2017 – Non si placano le polemiche sul campo nomadi di Castel Romano. Costretti ad interrompere temporaneamente la fornitura idrica, per intervenire sull’impianto e per consentire alle “soluzioni tampone” ai disagi causati dalla mancanza di fogne, anche oggi, come nei giorni precedenti, alcuni capiclan hanno impedito il rifornimento d’acqua agli abitanti.
Personale della Protezione Civile, scortato dai caschi bianchi del gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale, è infatti intervenuto verso le 16 con autocisterne di acqua potabile ed un carico di bottiglie di acqua minerale, per sopperire agli inevitabili disagi delle centinaia di abitanti del campo.
“Il personale tra cui i nostri agenti è stato letteralmente circondato da una quarantina di uomini armati di bastoni e fatto oggetto di lancio di sassi – denuncia in una nota Marco Milani, Coordinatore Romano della UGL Polizia Locale – La distribuzione dell’acqua è stata impedita ed a quanto ci riferiscono in queste ore, i nomadi minacciano di dar vita ad un blocco stradale sulla Via Pontina. Già alcuni giorni fa i “capoclan” avevano provato ad impossessarsi dell’intero carico di aiuti destinati alle famiglie del campo ma oggi, gli stessi sembrano aver alzato il tiro nella volontà di dar vita ad un’incomprensibile protesta. I servizi nei campi nomadi, così come molti altri nei mutati contesti urbani, assumono ogni giorno di più il carattere di emergenza ed ordine pubblico. Occorrono- conclude Milani – leggi di riforma nazionali e modifiche contrattuali delle Polizie metropolitane, che garantiscano agli agenti le medesime tutele degli altri operatori di Polizia. Inimmaginabile infine, come nei campi censiti ed assistiti dalla Capitale, alcuni clan familiari possano farla da padroni, impedendo l’accesso all’acqua a centinaia di famiglie, molte delle quali con numerosi bambini”.


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